Chi siamo


Sex industry is violence nasce nel 2018 con il nome di Contro l'industria del sesso, approda su Facebook e, successivamente, su un blog Wordpress. Dopo la chiusura di ben tre pagine, abbiamo optato per questo nome in quanto era l'unico disponibile. Il progetto è molto attivo su Instagram, dove interagisce con le reti abolizioniste internazionali. Sex industry is violence è volontario, laico, apolitico e apartitico, quindi accoglie tutte le soggettività, a patto che non lo strumentalizzino per scopi politici e religiosi. 

Lo scopo di noi amministratrici e amministratori di Sex industry is violence è informare e sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema del mercato del sesso, verso il quale abbiamo posizioni abolizioniste. Il motto è informarsi per informare. L'informazione coinvolge fonti dirette e primarie (ricerche, studi, partecipazioni a webinar e testimonianze), che vengono acquisite, trascritte - tradotte, nel caso di materiale in lingua straniera - e pubblicate. 

Al centro del progetto c'è la voce del compratore di sesso, il cosiddetto cliente o, come lo definisce la femminista e giornalista britannica Julie Bidel, l'uomo invisibile. Poiché abbiamo constatato viene quasi sempre escluso dal dibattito sulla prostituzione, specialmente nell'attivismo a favore del mercato sesso, l'idea di mettere al centro la sua figura ci è sembrata più che opportuna, considerato che è lui a mandare avanti il business del sistema prostituente. Ci occupiamo delle pubblicazioni delle testimonianze dei nostri connazionali e degli acquirenti tedeschi, svizzeri, australiani e neozelandesi. Ovviamente, pubblichiamo anche le testimonianze delle donne sopravvissute all'industria del sesso, alle quali offriamo aiuto mettendole in contatto con le associazioni che si occupano di sostenere le donne nell'uscita dalla prostituzione. 

Di comune accordo abbiamo deciso di rifiutare l'espressione "sex work", poiché è un termine ombrello che copre diverse soggettività, molte delle quali incompatibili con la compravendita di prestazioni sessuali. Possono definirsi "sex workers" quelle persone che lavorano come receptionist in un bordello o come commesse in un sexy shop. Anche i papponi possono definirsi tali. Noi usiamo il termine prostituite. 

Siamo a favore del Modello nordico, la legge che sanziona la domanda e decriminalizza la persone prostituite, approvato in Svezia, Islanda, Finlandia, Irlanda del Nord, Francia e in altri Paesi. Se volete sostenerci, seguite le nostre pagine su Instagram e Facebook. Vi aspettiamo. 

Commenti

Post popolari in questo blog

Tre fallacie logiche dell'attivismo pro-prostituzione

Io desidero, non acconsento