Quel "diritto al sesso" che non esiste


La dichiarazione dei diritti sessuali recita:

"Ogni individuo ha il diritto di controllare e di decidere liberamente sulle questioni relative alla propria sessualità e al proprio corpo. Questo include la scelta dei comportamenti, delle pratiche, dei partner e delle relazioni sessuali, con il dovuto rispetto per i diritti degli altri."

Naturalmente, la dichiarazione tutela la libertà dell'individuo in merito alla gestione della sua vita sessuale, che comprende la scelta del/della partner e delle pratiche e il rispetto reciproco. Le tutele includono anche la salute, gli orientamenti e le identità sessuali, poiché le discriminazioni e le persecuzioni contro la sessualità delle minoranze e delle donne persistono in tutti i Paesi.

Il diritto al sesso, invece, non esiste (e non deve esistere), perché violerebbe tutti gli articoli della dichiarazione. Il diritto alla sessualità non va inteso come "diritto al rapporto sessuale", dal momento che è un'eventualità che si verifica quando due persone consenzienti, che si desiderano sessualmente, nel reciproco rispetto, decidono di fare sesso. Nel caso in cui il rapporto sessuale venisse considerato un diritto, se una persona ti chiedesse di praticarle del sesso orale e tu rifiutassi di farlo, staresti violando un suo diritto.
La retorica del sesso come diritto è qualcosa di fuorviante e pericoloso, che non ha niente in comune con la libera sessualità. Viene ampiamente sfruttata dalla lobby pro-prostituzione che, subdolamente, strumentalizza anche la condizione delle persone disabili e di quelle che non riescono a trovare un/a partner. Invece di promuovere una corretta educazione sessuale, una soluzione per aiutare le persone disabili a relazionarsi, la lobby pensa di risolvere i problemi mettendo in vendita i corpi di altri esseri umani dei cui desideri non si interessa, dando ascolto soltanto all'ideologia neoliberista.

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