Testimonianza di I., sopravvissuta alla prostituzione


Tutto inizia nel 2017, cominciando a fare la camgirl e vendendo foto fetish e intimo usato sui internet. Non è così redditizio come pensavo, infatti non ho guadagnato così tanti soldi da permettermi, per esempio, una macchina. Inoltre, lavoravo per 5 ore al giorno per 450 euro al mese, nel frattempo che studiavo, riuscivo a stento a fare la spesa e pagarmi i farmaci, già che all'epoca ero in terapia psichiatrica per la depressione già che ho avuto un'infanzia difficile. Ero dipendente affettiva e reduce di un sistema educativo sessista e al mondo dovevo mostrare solo la parte migliore, mi consideravo un trofeo da esibire se avevo dei successi... Nel 2019 ebbi dei fallimenti a livello di studio e ricerca del lavoro, caddi in una profonda depressione letargica, pensavo sinceramente di uccidermi, ma non ne avevo il coraggio. Quindi, ho deciso di andare più a fondo. Così diventai dominatrice per uomini masochisti, pensavo "È la variante più sicura, sono solo degli individui che vogliono farsi menare e io ci guadagno, sarò io a tenere il coltello dalla parte del manico". Invece: molti in chat mi offendevano se non volevo fare altre cose, mi davano il pacco all'ultimo momento, perdendo tempo e denaro. Analizzavo in chat il comportamento del cliente, facevo selezione, evitavo quelli che sparavano cifre assurde perché mi hanno dimostrata che erano i peggiori ciarlatani. Arrivò il 2020 e la pandemia, ho deciso di prostituirmi del tutto perché non arrivavano più i clienti delle altre città, spesso uomini d'affari. Quindi mi sono dovuta arrangiare con questo. Facevo massaggi erotici con finale, orale in macchine parcheggiate in parcheggi claustrofobici. Mi organizzavo con i clienti tramite telegram, mi venivano a prendere davanti la pizzeria sotto casa per non dare nell'occhio alle coinquiline e ai passanti. Mi vestivo con un cappotto insignificante, non uscivo mai tirata a lucido perché avevo la paranoia di essere scoperta e poi stigmatizzata. Ero già isolata dai colleghi d'accademia per la mia depressione, non volevo rischiare ulteriormente. I clienti più "innocui" mi chiedevano semplicemente piedi odorosi, la pioggia dorata da passivi (lì è stato strano analizzare i loro fetish, ma so che non è normale arrivare a fine mese facendo questo).
Con altre pratiche più "classiche" io dissociavo, spesso viaggiando con la fantasia. So dissociare fin da bambina perché ho sempre usato la fantasia per sfuggire al clima di tensione in casa, in un'aula scolastica che mi emarginava e derideva. È stato difficile abbandonare il mondo della prostituzione perché sono soldi facili che faticavo a guadagnare con stage del cazzo. Ecco, ecco una mia riflessione: gli uomini non assumono stagiste a tempo indeterminato dando a loro una paga decente, senza trattarle da schiave, ma non si fanno scrupoli per stuprarle a pagamento credendo di dar loro un "lavoro migliore".
Non è giusto che mi sono dovuta vendere per non fare la fame e per avere un po' di soldi per il mio futuro. 
I soldi che guadagnavo li usavo per l'affitto, la spesa, le bollette, il necessario per essere curata un minimo. Quindi odio anche chi accusa le ragazze di voler fare soldi facili per avere borsette e cellulari all'ultima moda. Ora sto facendo due lavori per sopravvivere, sono fuori dal sistema prostituente da quasi un anno. È stato difficilissimo uscirne fuori, ripeto. Spero di non aver più la tentazione di cadere nella prostituzione per pagare l'affitto e il necessario per vivere. Sono entrata in terapia grazie all'associazione Ebano, consigliata tramite Sex industry is violence, che non dimenticherò mai di ringraziare. Dovrò fare un lungo viaggio dentro me stessa facendomi tenere per mano dalla psicologa, sulle ragioni intime che mi hanno spinta a questo stile di vita e a trovare il mio valore solo tramite gli occhi famelici degli uomini. Sto scrivendo un fumetto ispirato alla mia esperienza di vita, racconterò anche di giovani donne che spacciano (conosciute personalmente) già che in Italia sono convinta che devi delinquere per avere una vita dignitosa. Non rimarrò in anonimo a lungo. Non dovrò essere codarda nel disegnare e scrivere il mio fumetto. Ho deciso anche di dedicare la mia arte nella denuncia del sistema prostituente, tramite illustrazioni e grafiche accompagnate da testi di sopravvissute. Ci lavorerò sodo per rendere il mio sogno reale, nel frattempo ho deciso di collaborare con Associazione Ebano, per ringraziare loro nel percorso della mia pace interiore. Aggiungo, ho ancora tanta paura di uscire allo scoperto perché questo mi comporterà la perdita delle poche persone che mi stimano, più la paura di essere presa di mira nel settore lavorativo.

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