Testimonianza di L., sopravvissuta alla prostituzione

La mia vita è difficile e mi ha portata, in uno dei momenti peggiori, a prostituirmi. Parlo quindi dall'altro lato del cancello, dal lato di quelle soggette a recensioni e scherno. Una scena che non dimenticherò mai è stato un uomo, di una cinquantina d'anni più grande di me, che mi ha fatta spogliare e ha cominciato a scrutarmi esattamente come nei film storici nei quali si vedono gli schiavi in vendita. Sollevandomi le labbra per vedere i denti, soppesandomi i seni, facendomi girare per studiare tutto il resto, ha voluto esplorare con le dita per essere certo che fossi "stretta abbastanza". E poi, incitandomi a piangere, prima dell'atto mi ha presa a cinghiate con la cintura di pelle. Più piangevo e chiedevo di smetterla, più lui si eccitava e si riteneva appagato. Ha cercato di sfilarsi il preservativo durante l'atto promettendo che avrebbe pagato di più e quando non gliel'ho permesso mi ha punita. Avevo 19 anni, quando abbiamo concluso ero a pezzi, in lacrime e coperta di segni e lividi. Come ha ritenuto quel rapporto? "Meraviglioso, da ripetere, sei unica, la prossima volta chiamo anche un amico". Mi ha chiesto perché lo facessi e gli ho detto la verità, che non avrei avuto di che mangiare altrimenti, ha fatto un bel sorriso e mi ha detto che allora era contento di avermi aiutata. Questa è la mentalità distorta che hanno le persone che vanno a prostitute. Sono dei benefattori, e se il gioco è lecito per loro, allora va tutto bene, anche sfociare nella violenza fisica. Quel cliente è stato l'unico con cui ho avuto una specie di dialogo, gli altri non hanno nemmeno aperto bocca se non durante l'atto per dire cosa e come fare, o frasi come "tr*** godi", non tutti mettono le mani addosso come ha fatto lui che è arrivato alle cinghiate, ma tutti indistintamente dal momento in cui pagano fino alla fine della prestazione fanno esattamente ciò che vogliono, è una pretesa alla quale non ci si può sottrarre perché ormai i soldi son stati presi, o perché se ancora non sono stati presi si è sotto minaccia di non riceverli affatto. Quello che si percepisce forte e chiaro è che dal momento in cui pagano, per quel lasso di tempo il tuo corpo appartiene a loro, e lo sfruttano allo stremo per giustificare la spesa. È una ferita che non si rimargina mai, e che in momenti come questo dove mi ritrovo nella stessa condizione di difficoltà che ho già attraversato, si riapre più forte che mai perché dopo aver mercificato il proprio corpo una volta, ci si chiede "perché non posso farlo di nuovo? davvero non posso fare questo sacrificio per la mia famiglia?". Quando quel pensiero non è più un tabù nella tua mente, nonostante il disgusto e il terrore, si riaffaccia prepotente come a dire "l'ho fatto una volta, posso farlo ancora". Sto facendo appello a tutte le mie forze mentali per non ricascarci, per avere l'amor proprio che a suo tempo non ho avuto. 

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